L'allenatore

Giorgio Cagnotto

Assieme al grande Klaus Dibiasi, Giorgio è il protagonista dei tuffi italiani tra gli anni Settanta e Ottanta. Dai titoli italiani alle competizioni in Europa, dai Mondiali ai Giochi Olimpici, Giorgio ha saputo regalare a questa disciplina e all'Italia successi senza precedenti

Nato a Torino il 2 Giugno 1947, Giorgio vive a Bolzano ed è sposato con Carmen Casteiner, campionessa italiana dalla piattaforma 10 metri. Giorgio è stato più volte campione d'Italia. Ha conquistato il titolo europeo nel 1970, la medaglia d'oro ai giochi del Mediterraneo del 1975, quella d'argento ai giochi olimpici di Monaco (1972) e di Montreal (1976), ai campionati europei di Vienna (1974) e di Jönköping (1977), e la medaglia di bronzo ai campionati mondiali di Berlino (1978) e ai giochi olimpici di Mosca (1980).

Si è ritirato dall'agonismo nel 1981 e nel 1985 è nata Tania. Dal 2000 è Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Tuffi e allenatore di sua figlia. Nel 1992 è stato inserito nella prestigiosa Internationa Swimming All OF Fame.

Qui un breve estratto da un'intervista di Romana Liuzzo per Panorama Sport:

Come gestisce il rapporto tra Giorgio (allenatore) e Tania (tuffatrice)?

Con molta pazienza. Piano piano lei cresce e io invecchio. Non è più la ragazzina di 15 anni concentrata solo sui tuffi, adesso ha più aspettative. Pretende molto da se stessa. Ora sa che il difficile non è arrivare ma rimanere sul podio.

Ci parli del rapporto padre-figlia. Alti e bassi?

Ci sono momenti dove io "rompo", come dice lei. Ma adesso ha 25 anni, è grande. È andata a vivere da sola, a pochi metri da noi. Un tempo la controllavo sulla dieta, sui rientri a casa, sulle amicizie. Adesso si gestisce. A Bolzano abbiamo la fortuna che non ci sono troppe distrazioni serali, come accade in una grande città. Al massimo si va in discoteca una volta ogni tanto.

Figlia unica?

Sì, unica in tutti i sensi.

È più difficile allenare una figlia?

Forse sì, in certe circostanze specialmente. A volte ho paura di essere troppo permissivo, a volte di diventare più severo del necessario. Quando si allenava dalla piattaforma, una disciplina anche pericolosa, ogni tanto la vedevo stanca e mi faceva tanta tenerezza. Ci sono allenatori che vanno sempre giù duri. Senza pietà.

È più forte lei o Tania?

Tania tecnicamente fa cose che io nemmeno sognavo. Ha dimostrato di essere molto più fredda. Io ero un tipo più impulsivo. Mia figlia in gara dà il 30 per cento in più delle sue qualità: l'adrenalina le fa bene. Anche a me comunque le gambe non hanno mai tremato.